2015/04/11

1970/04/11: Il giorno del lancio - Le ultime notizie sui quotidiani italiani


Dalla prima pagina de "Il Corriere della Sera" di sabato 11 aprile 1970 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

TERZA MISSIONE LUNARE

Oggi il via all'Apollo

Decisa la sostituzione di Mattingly con Swigert - Notevoli differenze con le precedenti imprese - Maggiori pericoli e obiettivi scientifici ancora più ambiziosi

Dal nostro inviato speciale. Capo Kennedy. 10 aprile. Finalmente l'altalena dell'incertezza per la partenza della missione lunare dell'Apollo 13 si è risolta. Domani sera alle 20,13 (ora italiana), secondo il programma stabilito, James Lovell, Fred Haise e John Leonard Swigert a bordo della loro astronave in cima al gigantesco Saturno prenderanno il via per la loro fantastica avventura: l'esplorazione della Luna più impegnativa finora tentata in una zona della superficie selenica tra le più impervie e tra le più interessanti.
La decisione è maturata nel pomeriggio di oggi al termine di molte ore di consultazione tra il capo della NASA, dottor Paine, il comandante dell'Apollo 13, Lovell, Slayton e i maggiori responsabili tecnici dell'impresa.

L'astronauta di riserva

A risolvere tutto è stata la magnifica abilità di Swigert che in poco più di quarant'otto ore è stato in grado di dimostrare a Lovell e Haise e ai tecnici spaziali di poter sostituire alla perfezione lo sfortunato Mattingly, definitivamente obbligato a rimanere a terra dall'ordine dei medici della NASA.
Come avevo accennato ieri l'opinione del dottor Charles Berry - in pieno accordo con gli altri sanitari dell'ente spaziale e con i maggiori specialisti di epidemiologia degli Stati Uniti - per quanto Mattingly non abbia ancora i sintomi della rosolia - è stata di non consentire la partenza di un potenziale malato per un'impresa cosmica di questa portata.
L'unica soluzione possibile - per non rischiare di gettare via milioni di dollari - era quella di ricorrere al corrispondente astronauta di riserva anche se questo significava sconvolgere la prassi e i ruoli fin qui adottati dalla NASA. Dal momento in cui il parere dei medici fu chiarito ai responsabili del volo, John Swigert detto Jack si mise al lavoro senza un attimo di sosta. "E' l'uomo con la pistola puntata addosso", ha scritto di lui stamane un giornale di Cocoa City. Infatti tutto dipendeva dalle sue possibilità di adattamento con il nuovo compagno cui è assegnato.
Non si trattava - occorre ribadirlo - di stabilire se lui sarebbe stato in grado o meno di compiere le manovre affidate al suo ruolo di pilota del veicolo di comando. E questo era fuori discussione, in quanto il suo addestramento come quello dei suoi colleghi era stato più che sufficiente. Si trattava piuttosto di stabilire il suo affiatamento con Lovell e Haise, le sue reazioni a eventuali contrattempi, il suo modo di procedere e di rispondere a tutti i prevedibili cambiamenti fra il modus operandi cui era stato abituato con il precedente equipaggio e quello al quale doveva adattarsi per far parte dell'impresa.

La decisione di Lovell

Evidentemente i dirigenti tecnici dell'ente spaziale e soprattutto Lovell cui era demandata l'ultima parola, hanno ritenuto più che soddisfacenti sotto ogni riguardo le risposte e le prestazioni di Swigert. Infatti non è pensabile che sarebbe stata presa la decisione di go se qualcosa nell'atteggiamento di Swigert durante le prove nei simulatori di Capo Kennedy avesse lasciato adito ad incertezze: il rischio del rinvio era brutto, ma quello di una tragedia nel cosmo era ben più terribile, costoso e impolitico. 
Che la decisione sarebbe stata positiva, più che dalle parole degli ambienti ufficiali della NASA, rimasti ovviamente muti fino al momento del comunicato diramato al momento in cui scrivo, si era capito dall'atmosfera di ottimismo che da stamane a Capo Kennedy aveva preso il sopravvento sul disappunto e l'incertezza. (…)     Giancarlo Masini


Dalla prima pagina del quotidiano "La Stampa" di sabato 11 aprile 1970  (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

L'Apollo parte con l'astronauta di riserva 
 (È il terzo viaggio americano alla Luna)

Il decollo stasera - La decisione della Nasa dopo un'attesa ricca di suspense - Il pilota del modulo di comando, malato di rosolia, sostituito con il pilota John Swigert, avvertito poche ore prima - Meta è la zona di "frate Mauro"

(Nostro servizio particolare) Cape Kennedy, 10 aprile. Il lancio dell'astronave Apollo 13 per la Luna (la terza spedizione americana sul satellite) avverrà come prestabilito domani sabato alle 20,13 ora italiana; l'uomo che avrebbe dovuto pilotare il "modulo di comando", Thomas Mattingly junior, rivelatosi non immunizzato contro la rosolia ed espostosi al contagio, sarà sostituito dall'astronauta di riserva John Swigert, un novizio ai voli spaziali. L'annuncio della decisione è stato dato dal direttore della Nasa, Thomas Paine, dopo una riunione al vertice, protrattasi per alcune ore, alla quale ha partecipato il comandante della missione James Lovell.
E' questa la prima volta nella storia dei lanci spaziali americani che un astronauta viene sostituito con un preavviso praticamente di poche ore.
Un elemento d'incertezza per quanto riguarda le condizioni del tempo al momento del "take off". I meteorologi prevedono infatti formazioni di nuvole e forse anche pioggia. E' certo che in questo caso l'Apollo 13 non partirebbe, anche per evitare di trovarsi nella drammatica situazione dell'Apollo 12 i cui strumenti vennero fortemente disturbati da scariche elettriche al momento del lancio, avvenuto durante un temporale.
Scopi della missione, che segue le grandi linee delle due che l'hanno preceduta ma presenta comunque notevoli innivazioni, sono l'esplorazione d'un territorio particolarmente accidentato del Satellite, la zona detta di "frate Mauro" (un cartografo italiano del Cinquecento che ha dato il suo nome ad un cratere lunare) e la raccolta di rocce e polveri che gli scienziati presumono diverse, per composizione ed età, da quelle già esaminate e raccolte.
Una volta toccato il suolo lunare, alle 3 e 55 minuti (ora italiana) del 16 aprile, gli astronauti stabiliranno un primato di permanenza, dato che resteranno sul Satellite 33 ore e 30 minuti (due ore in più del precedente Apollo 12), con due "passeggiate", ognuna delle quali durerà dalle quattro alle cinque ore. Lovell e Haise potranno bere fuori dell'astronave, grazie ad un piccolo serbatoio d'acqua portatile (anche questa è una novità) e si allontaneranno fino ad una distanza massima di un chilometro, percorrendo in totale quasi tre chilometri, compresa la scalata di un cratere.
Gli astronauti disporranno di una telecamera di riserva (in modo da evitare l'inconveniente dell' "Apollo 12", quando la telecamera si guastò) ed avranno anche una piccola perforatrice per prelevare campioni di roccia fino a tre metri di profondità.
Sulla Luna sarà deposto un complesso di strumenti scientifici simili, nelle grandi linee, a quelli della precedente spedizione; il "bottino" di pietre dovrebbe ammontare a 45 chili, compresi i campioni che si ritiene abbiano un'età di cinque miliardi di anni, contro i 35 chili di Conrad e Bean in "Apollo 12".
Il resto del soggiorno lunare, e le manovre successive fino al rientro a terra, non si discostano dalle spedizioni precedenti, tranne il fatto che gli astronauti percorreranno in totale 46 orbite intorno alla Luna. 
In conclusione, si può dire che la missione di "Apollo 13" offre un interesse scientifico superiore alle precedenti soprattutto per la possibilità di ottenere maggiori e più precise informazioni sulla composizione e sull'aspetto della Luna.   (r.)


Il palinsesto televisivo di sabato 11 aprile 1970 da "La Stampa". Spiccano i collegamenti speciali radio e televisivi con Cape Kennedy per il lancio di Apollo 13 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Dalla prima pagina di "Stampa Sera" le ultime notizie sull'eventuale lancio o rinvio verso la Luna di Apollo 13 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Stasera (ore 20,13) verso la Luna

Nuvole su Cape Kennedy: Apollo potrà partire?

(Nostro servizio particolare)  Cape Kennedy, sabato sera. C'è una sola persona, a Cape Kennedy, che fa un gran tifo perché l'Apollo 13 non parta: è Thomas Mattingly. Il direttore della Nasa, Thomas Paine, ha già dichiarato che se il volo dovesse essere rimandato al nove maggio, per un motivo qualsiasi, Mattingly, ora escluso perché cova la rosolia, riprenderebbe il suo posto nell'equipaggio.
Ma vi sono poche probabilità che questo si avveri: il suo sostituto, John Swigert, chiamato d'urgenza, si è mostrato molto bene ambientato nella squadra, fra Lovell e Haise, ed in grado di manovrare alla perfezione i complicati congegni del modulo di comando, che ruoterà attorno alla Luna, mentre il "Lem" Acquario vi si poserà. 
Non resta che l'incognita del tempo: i dubbi saranno sciolti solo nell'imminenza del lancio. L'Apollo 13 dovrebbe scattare verso lo spazio alle 20,13, ora italiana, ma il cielo della Florida, è cupo, percorso da un vento freddo, che fa avvolgere negli impermeabili i non molti curiosi accorsi allo spettacolo.
"C'è la possibilità di piovaschi - ha detto il direttore della Nasa - e all'ultimo momento decideremo se dare il via alla spedizione o tenerla a terra per un mese. Partiranno se saremo sicuri: non vogliamo rischiare né un uomo né un dollaro".
Se la partenza avverrà secondo il programma fissato, già due ore e mezzo dopo (esattamente 22,45) l'Apollo 13 abbandonerà l'orbita di parcheggio ed inizierà l'avventura lunare. Ma bisognerà attendere a lungo per giudicare della riuscita o meno di quest'altra favolosa impresa: soltanto giovedì prossimo alle 3,55 il modulo Acquario toccherà la superficie del satellite, sull'altopiano battezzato Fra Mauro, dal nome di un cartografo italiano del Cinquecento. "Sarà come posarsi sulla capocchia di uno spillo" ha detto l'astronauta Lovell, alludendo al fatto che la zona è tormentata da picchi e crateri. Poi gli astronauti, a piedi, inizieranno la più straordinaria passeggiata della storia, allontanandosi di un chilometro dalla loro casetta a quattro zampe.   (Ansa - Associated Press)